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Poesia e Arte Terapia: il potere dell'immagine
La potenza dell’immagine sta nella straordinaria capacità di far comprendere qualcosa senza doverla spiegare; in maniera sintetica essa apre le porte di un intero mondo ed è per questa sua caratteristica essenziale che viene utilizzata tanto in poesia quanto in arte terapia.
La poesia, attraverso la rappresentazione, che ancor più della parola può considerarsi la sua vera materia, riesce ad evocare, nella mente di chi la legge, in maniera immediata una forma più o meno definita; quest’ultima, a sua volta, grazie alle associazioni che in ciascuno sorgeranno spontanee, rivelerà al soggetto qualcosa di se stesso. La poesia, dunque, in virtù della sua forza evocativa, che porta alla formazione di immagini, possiede una preziosa funzione conoscitiva, funzione che la parola di per sé non ha. Soltanto la parola poetica, come l’arte in generale, è infatti “creatrice di immagini”.
Questa funzione veritativa, dunque, la poesia la condivide con l’arte figurativa, ampiamente utilizzata in arte terapia; entrambe, infatti, hanno la grande facoltà di restituirci l’immediatezza di una percezione reale, di evocare emozioni impensabili, inaspettate, passando attraverso l’uso razionale della parola e dei colori. Tanto la poesia quanto l’arte terapia sono capaci di schiudere significati impigliati nella trama della nostra coscienza.
La magia della poesia e dell’arte è nel modo di guardare le cose, ma anche nella capacità di comunicare un modo di essere, nella capacità di mettere d’accordo il razionale e l’irrazionale. In entrambi i casi l’immagine scaturisce dall’uso consapevole di una tecnica, tuttavia, eccedendo rispetto al mero mezzo materiale che l’ha generata, si fa spazio nel mondo interiore del fruitore. Essa è sempre qualcosa di più del supporto che la “sorregge”: una poesia di Leopardi non è un semplice insieme di parole, come un quadro di Van Gogh non è equivalente alla somma dei colori e della tela.
La poesia si serve della parola, quindi del verso e delle leggi che lo regolano, tuttavia, il poeta sa muoversi con scioltezza tra i vincoli imposti dall’ars poetica, accordando la tecnica a quello che sente. Allo stesso modo si comporta l’artista figurativo, sia che abbia a che fare con le leggi della prospettiva e con i colori sia che abbia tra le mani un pezzo di creta ancora informe.
Entrambi hanno bisogno della dimensione delle emozioni e di attingere a esse per creare. Come fa il poeta quando scrive una poesia, anche il pittore dipinge il quadro spinto da un’emozione.
Nell’uno e nell’altro caso l’immagine consente una duplice funzione conoscitiva: da parte del soggetto creatore, l’artista o il poeta, ma anche da parte di chi vede o legge; se da un lato essa restituisce, mediante la rappresentazione, il mondo interiore del creatore, oggettivando nell’opera le sue emozioni, sensazioni e pensieri, dall’altro, quando giunge al fruitore, l’immagine sarà percepita in una maniera senz’altro diversa. Al mondo dell’autore è probabile infatti che si sommi o sovrapponga quello del soggetto fruitore, che potrà vedere l’impronta della propria irripetibile individualità nelle specifiche emozioni che l’opera d’arte e la poesia fanno nascere in lui tramite l’immagine.
Sia la poesia che l’arte terapia creano immagini che sgorgano direttamene dal nostro mondo interiore, pur avvalendoci dall’immediatezza della realtà oggettiva, queste sono la rappresentazione di parti di noi, che una volta sprigionate affiorano sotto forma di parole e colori. Entrambi ci ricongiungono con un’intimità sommersa e a volte insospettata facilitando l’autoesplorazione: proposito esplicito nell’arte terapia e implicito nella poesia.
Il moltiplicarsi di riferimenti che l’immagine porta con sé non è mai casuale, esso celerà delle ragioni ben precise: conoscerle vuol dire far luce su una parte dell’individuo.
Il fine curativo perseguito dall’arte terapia, dunque, può essere raggiunto sia mediante l’immagine propriamente detta, quella delle arti figurative, sia attraverso la rappresentazione della poesia, che è anch’essa immagine sebbene priva di materia. In entrambi i casi il soggetto potrà conoscere se stesso grazie all’esplorazione del mondo di emozioni che le immagini riescono a far emergere dalle profondità dell’anima.
Produrre immagini, dunque, in tali contesti, diventa un atto di liberazione delle emozioni, che in questo modo possono finalmente fluire, prendere corpo e passare dal soggetto alla realtà che lo circonda; in questo senso l’immagine può farsi tramite tra l’uomo e il mondo, assumendo su di sé significati difficilmente veicolabili in altro modo, significati complessi, multipli, impossibili da manifestare con l’ordinaria parola quotidiana.
Il miracolo dell’immagine, sia nella poesia sia nell’arte figurativa, consiste nel dare forma a ciò che per definizione è senza forma; l’arte terapia riesce a cogliere pienamente tutte le potenzialità di questo prodigioso fenomeno che si ripete da millenni, che forse è nato con l’uomo o, meglio, con la sua capacità di provare emozioni.
È probabilmente questo legame ancestrale tra l’uomo e l’immagine che rende tanto efficace l’utilizzo della stessa in arte terapia; poesia e arte mettono gli individui di fronte a se stessi e, allo stesso tempo, permettono loro di comunicare con gli altri.
L’immagine riesce a creare legami laddove la semplice parola potrebbe generare divisioni.