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La depressione

di Annica Cerino

La depressione è uno dei disturbi psicologici più comuni, quindi non sorprende che a volte qualcuno vicino a noi sia passato per una “fase grigia”. Se questa persona vi stava a cuore è probabile che abbiate cercato di aiutarla, ma forse siete andati a sbattere contro un muro apparentemente insormontabile. Perché?


Il motivo è semplice: non sapendo realmente cosa sia la depressione e quali sentimenti provochi, si utilizzano le strategie sbagliate, che, piuttosto che aiutare, servono solo ad ampliare il divario che si è creato tra di voi. Infatti, esistono alcune strategie popolari che sono state tramandate da una generazione all’altra, ma che in realtà non funzionano. Una di queste consiste nel cercare di incoraggiare la persona a partecipare a una festa o ad andare in un luogo dove tutti si divertono. Se si tratta di una semplice fase di leggera tristezza, questa tecnica può anche essere efficace, ma se la persona è profondamente depressa si sentirà ancora più triste e sola, perché non sarà a proprio agio. 


Un’altra strategia che viene spesso utilizzata per cercare di aiutare le persone depresse è quella di incoraggiarle a minimizzare i loro problemi. Frasi come “Non ti preoccupare, non è niente”, “Vedrai che con il tempo tutto migliorerà”, otterranno solo che la persona si senta ancora più incompresa.


La depressione può essere un problema molto serio e non dobbiamo mai sottovalutarne i sintomi.

 

Possibili cause della depressione

La depressione affonda le sue radici nel profondo mutamento del rapporto tra individuo e società. I valori cambiano tanto velocemente che la persona non ha il tempo di interiorizzarli. Il tempo, in generale, sembra che acceleri vorticosamente e la competizione esasperata non consente di liberare tempo per sé. Rispetto al passato oggi viene richiesto all’individuo di sviluppare competenze per produrre prestazioni quantitative, con la conseguenza che egli si sente soffocato dalla necessità di “apparire all’altezza di”. In questo modo la depressione diventa il sintomo di un allontanamento da sé, non è più la perdita della gioia di vivere, ma la manifestazione della paura di agire, come contraltare dell’elevata efficienza che la società esige da ciascuno di noi.


La depressione è allora la forma più diffusa del disagio, perché esprime una condizione individuale di sofferenza in cui, appunto, è impossibile agire e comunicare, prendere delle decisioni autonome, essere motivati, produttivi e competitivi.


Secondo Alexander Lowen alla base della depressione vi è l’illusione; molte persone perseguono scopi irreali, che non hanno alcuna relazione diretta con i loro bisogni fondamentali di esseri umani.

Ogni persona ha bisogno prima di tutto di amare e di essere amata, è l’amore che ci mette al mondo.

Vi è poi bisogno di esprimere se stessi, che ci dà piacere e permette, attraverso la creatività, di vederci proiettati all’esterno.


Dietro la spinta a fare denaro, al successo c’è un obiettivo ben diverso: l’accettazione, la stima, l’espressione di sé. Quando una persona vuole essere qualcuno è perché non si sente nessuno. È una persona che si identifica con il suo ego e non sente il suo corpo.


Quando in una persona i comportamenti, gli atteggiamenti sono facilmente influenzabili dall’esterno, essa è più vulnerabile nei confronti della depressione. La fiducia in se stessa dipende dall’esterno, dalle altre persone e, in questo modo, finisce con l’identificarsi molto con i propri interessi.


L’individuo che dipende dall’esterno fa le cose per gli altri e le fa con l’inconscia attesa che gli altri riconoscano il suo valore e rispondano amandolo, accettandolo e appoggiandolo.


La persona che dipende dall’interno, invece, agisce e fa le cose per sé; la sua identificazione primaria è con se stessa in quanto persona. Essa trova soddisfazione nel modo di reagire del mondo nei suoi confronti.


La depressione, secondo Lowen, è causata dalla repressione dell’emozione e non può essere considerata a sua volta un’emozione.


La depressione è mancanza di energia, perdita della forza interna e può determinare il collasso, cioè un fenomeno bioenergetico che consiste nel ritirarsi della carica bioenergetica al centro del corpo; la volontà è scarsa e non consente alla persona depressa di impiegare le sue forze per uscire dal pantano. Il collasso è tanto emotivo quanto corporeo.


Le persone che soffrono di depressione hanno bisogni orali insoddisfatti: sono stati privati dell’amore sicuro e incondizionato della madre, pertanto desiderano ancora essere sostenuti, avere contatti corporei, succhiare, essere oggetto di attenzione, di approvazione e di calore umano.

 

Come aiutare una persona depressa: raccomandazioni utili

Il depresso è spesso un soggetto difficile e chi se ne prende cura rischia di essere, indirettamente, vittima della depressione, dato che questa malattia finisce per proiettare il suo alone su tutti coloro che stanno intorno al depresso. Per questa ragione è giusto che chi lo fa abbia ben chiare alcune cose.

Informarsi in merito alla depressione

La persona depressa non si sente solo triste, ma pensa che il suo mondo sia andato distrutto e non riesce a uscire dal vuoto esistenziale nel quale è entrata. Spesso si sente sola, isolata e incompresa e il più delle volte deve lottare duramente per fare delle cose che noi tutti eseguiamo senza alcuno sforzo, come alzarsi dal letto o fare una doccia. 

Il primo passo per aiutare una persona depressa consiste nell’informarsi attentamente in merito al disturbo, su quali siano i suoi sintomi e quale il trattamento più appropriato.

La depressione non è una semplice tristezza

La depressione non è una semplice tristezza che può essere allontanata con qualche buona parola, è qualcosa di molto più profondo, che noi non possiamo guarire. Togliamoci subito dalla testa la convinzione di poter curare in questo modo il nostro parente, amico o cliente, onde evitare di andare incontro a delusioni e a frustrazioni e rischiare di fare dei danni invece che essere di aiuto.

La depressione comporta stati umorali oscillanti

Gli alti e i bassi fanno parte dell’andamento della depressione, per cui, di tanto in tanto, possono esserci dei peggioramenti: non succede perché noi non gli siamo stati abbastanza vicini o perché il paziente non si è sforzato abbastanza, succede perché questo è l’andamento della depressione.

Disponibilità autentica

Se non si è provata, non si può capire la malattia depressiva e questo il paziente lo sa, perché lui questa esperienza la vive. È meglio, perciò, non dirgli “ti capisco”, ma mostrarsi semplicemente e sinceramente disponibili: questo lo aiuterà ad aver fiducia in noi (e il depresso ha bisogno di qualcuno di cui potersi fidare!).

Non sdrammatizzare

Evitate le rassicurazioni facili, del tipo: “Vedrai che ogni cosa andrà per il meglio”; evitate anche di minimizzare o di sdrammatizzare. Anche se le intenzioni sono buone, il depresso si sentirà non capito e si chiuderà ancora di più in se stesso.

Ci sono cose che è necessario evitare nel rapporto con il depresso?

Ciò che dobbiamo evitare, in assoluto, è banalizzare i disturbi del depresso: banalizzare non aiuta a migliorare la depressione ma, se possibile, la peggiora.

Il depresso ha già di per sé difficoltà a convivere e ad accettare il suo disturbo; spesso non riesce a farsene una ragione e, nell’ottica pessimistica che lo caratterizza, finisce per viverlo ora come una colpa, ora come una punizione per le sue colpe. Prova vergogna per le sue condizioni e si sente giudicato dagli altri o comunque non compreso, pertanto espressioni che, direttamente o indirettamente, facciano riferimento a una presunta mancanza di volontà o di impegno o di collaborazione possono avere un effetto anche drammatico su di lui.

Anche stimolarlo eccessivamente, oltre a quelle che sono le sue possibilità in quel momento, è controproducente.

Cose da non dire

  • Devi darti una smossa, devi reagire!
  • Non devi star lì a pensare, devi svagarti, andare a divertirti!
  • In fondo ci sono tante persone che stanno peggio di te.
  • Non devi star lì a commiserarti, a piangerti addosso, devi reagire!
  • Sono tutte tue fantasie.
  • Devi crescere, non devi fare la vittima!
  • Non ti manca nulla per essere felice.
  • In fondo non stai così male, hai un ottimo aspetto.
  • È solo un po’ di stress, un po’ di riposo e un buon ricostituente e passa tutto.
  • Le cose non sono poi così male, no?
  • Devi uscire di più, devi svagarti!
  • Hai bisogno solo di una donna (di un uomo).
  • Dovresti fare più sesso, è quello che ti manca!
  • Fai come me, quando sono un po’ giù mi faccio un bel bagno caldo e dopo mi sento un altro.
  • Sorridi e il mondo ti sorriderà!
  • A tutti capita prima o poi di essere depressi.
  • Buttati nel lavoro!
  • Ma se non sembri nemmeno depresso!
  • Secondo me lo fai per attirare l’attenzione.
  • I giorni neri capitano a tutti.
  • Alla tua età dovresti goderti a pieno la vita, non stare qui a compiangerti.
  • Facendo così, non solo fai del male a te stesso, ma fai star male anche chi ti sta intorno.
  • Basta volerlo, con la volontà si può ottenere tutto!
  • Devi sforzarti di più, non devi abbandonarti come stai facendo!
  • Non avrei mai pensato che tu fossi così fragile.
  • Esci, vai a comprarti qualcosa che ti piace, vedrai che poi starai meglio!
  • Dovresti pregare di più, affidarti a Dio.
  • Te lo sei cercato.
  • Non hai nessun motivo per sentirti così.
  • Alla tua età è normale essere depressi, la vita non ti riserva più niente di positivo.
  • È una tua debolezza.
  • Sono prove che ci manda il Signore.
  • Di che cosa ti preoccupi? Dovresti essere contento, non ti manca niente.
  • Basta non pensarci!
  • Fai diventare depresso anche me.
  • Il mondo non è poi così brutto.
  • Non pensare al passato, buttati sul presente!
  • Devi trovarti un hobby, uno svago, un interesse!
  • E se ti capitasse qualcosa di veramente grave che cosa faresti?
  • Forse ti ci vuole un forte dispiacere per scuoterti e farti reagire.
  • Butta via tutte le medicine e vedrai che starai bene!
  • Smettila di lamentarti e datti da fare!
  • Vai ad aiutare chi ha più bisogno di te e vedrai che ti passerà la voglia di lamentarti!
  • Dai troppo ascolto ai dottori, a dar retta a loro saremmo tutti ammalati.
  • Tutti abbiamo la nostra croce da portare.
  • Nessuno è responsabile della tua depressione.
  • Prenditi una bella vacanza e ti passerà tutto!

 

Cose che si potrebbero dire

 

  • Ti starò vicino e non ti abbandonerò nemmeno nei momenti più difficili.
  • È solo un periodo che passerà e ti aiuterò a uscirne.
  • Ti posso offrire solo una spalla su cui piangere, ma almeno su quella puoi contarci.
  • La depressione è solo una malattia, non vuole assolutamente dire che tu sei un debole, un incapace, che non sei in grado di affrontare i problemi né tanto meno che sei pazzo.
  • Devi convincerti che questa è una malattia e delle malattie non ci si deve vergognare: possono capitare a tutti.
  • Io ti posso stare vicino e cercare di fare il possibile per aiutarti, ma questo non può bastare, devi affidarti anche alle cure di uno specialista.

Come aiutare una persona depressa, l’importanza dell’ascolto

A volte il silenzio può essere scomodo, ma nella maggior parte dei casi dire cose incoerenti e prive di senso può essere molto peggio. Di solito le persone depresse non parlano molto, ma a volte hanno anche bisogno di sfogarsi. Infatti, è stato dimostrato che, quando parliamo dei nostri problemi, non solo riusciamo a sentirci meglio, ma spesso scopriamo anche nuove prospettive del problema, che non avevamo visto prima.


Parlando a un buon ascoltatore ci si può rendere conto che il dolore non è mai inutile e porta sempre a una trasformazione profonda e salutare, al sorgere di una nuova consapevolezza. È solo attraverso l’accettazione che si creano le condizioni necessarie per imparare dalle esperienze, aumentare le nostre capacità ed evolvere.

In un mondo dove ognuno è rinchiuso nei suoi problemi, imparare ad ascoltare è un’abilità in via di estinzione, ma è anche imprescindibile se si vuole aiutare davvero qualcuno.

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