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Il Bornout

di Annica Cerino

Nell’epoca attuale definita “epoca della modernità” dove l’imperativo del mondo produttivo è efficienza, velocità, e completa soddisfazione del cliente, si è persa l’attenzione nei confronti dell’elemento fondante del sistema stesso: l’Uomo. 

 

E’ forse proprio la velocità nel raggiungere obiettivi e soddisfare compiti che allontana lo sguardo dall’individuo, perdendo di vista le sue esigenze fondamentali, elementi importantissimi ai fini di una sana ed efficiente prestazione lavorativa I disagi e gli squilibri si manifestano sia a livello fisico che relazionale e in questo campo diventa sempre più importante e fondamentale l'intervento di uno specialista che aiuti le persone nel riuscire a lavorare bene insieme.

 

La sindrome di burnout è un processo stressogeno legato alle professioni di aiuto: infermieri,medici, operatori sociali, assistenti sociali, i quali sono caricati da una duplice fonte di stress, il loro stress personale aggiunto a quello della persona aiutata e non di rado anche da carichi importanti di lavoro.

 

Ne consegue che, se non opportunamente trattate, queste persone cominciano a sviluppare un lento processo di logoramento o  decadenza psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato.

 

Le professioni socio-assistenziali implicano un intenso coinvolgimento emotivo in quanto il lavoro è basato sull'interazione tra operatore, utente e i problemi contingenti di quest'ultimo, non sempre la soluzione di tali problemi è semplice o facilmente ottenibile per cui la continua tensione emotiva del contatto con persone che portano una richiesta di aiuto a lungo andare porta ad un esaurimento

emotivo.

 

L'esaurimento emotivo è uno dei motivi principali del burnout: la sensazione di essere in

continua tensione, emotivamente inariditi dal rapporto con gli altri. È dovuto alla percezione delle richieste come eccessive rispetto alle risorse disponibili. L'operatore si sente come svuotato dalle risorse emotive e personali e come l'impressione di non avere più nulla da offrire a livello psicologico. L'esaurimento non è semplicemente un vissuto, piuttosto spinge ad allontanarsi dal punto di vista emotivo e cognitivo dalla professione.

 

È uno dei motivi dell'assenteismo e dell'alto turn-over.

 

Il burnout ha ripercussioni negative sia sulla persona sia sull'organizzazione.

 

I sintomi più comuni sono:

1) sintomi fisici: stanchezza, frequenti mal di testa e disturbi gastrointestinali, raffreddori e influenze, rigidità muscolari, malesseri diffusi.

2) sintomi psicologici:irritabilità, negatività, sensazioni di fallimento, scarsa fiducia in sé.

Resistenza ad andare al lavoro, assenteismo, ritardi, tendenza a rimandare o evitare i contatti con gli utenti.

 

 Cambiamento di atteggiamento con gli utenti: chiusura difensiva ai contatti, perdita di

disponibilità all'ascolto, distacco emotivo, indifferenza, uso di tranquillanti, atteggiamenti

sospettosi o paranoidi. Anche con i colleghi si sviluppano atteggiamenti di evitamento dei

contatti e di risentimento.

 

 La ridotta realizzazione personale: la sensazione che nel lavoro a contatto con gli altri la

propria competenza e il proprio desiderio di successo stiano venendo meno. L'operatore si

percepisce come inadeguato e incompetente sul lavoro e perde fiducia nelle proprie capacità

di realizzare qualcosa di valido.

 

La motivazione cala drasticamente, l'autostima diminuisce e possono emergere sintomi di

depressione. In questa condizione è possibile che il soggetto decida di cambiare lavoro.

 

Il momento sociale ed economico che stiamo attraversando incrementa la difficoltà a vivere serenamente.

 

Sempre più aziende o gruppi di lavoro si rivolgono a professionisti della motivazione e del benessere per risolvere conflittualità interna e mancanza di coinvolgimento. Si riconosce infatti che l'entusiasmo è una moneta vincente in quanto è fondamentale avere un team di persone coinvolte in un obiettivo comune, per un equazione molto semplice:entusiasmo uguale a migliori prestazioni.

Tutto ciò ha un ritorno sia per i lavoratori che  si prendono cura di sé  sia come figure

Professionali, che come Persone.

 

Un consulente esterno all'azienda esperto in benessere e motivazione riesce ad accendere

entusiasmo e motivazione anche negli individui apparentemente più spenti o che si lamentano maggiormente.

 

Il counseling nell'ambito socio-sanitario ha un obiettivo primario: il potenziamento e lo sviluppo delle risorse dell'individuo attivando le capacità latenti di ognuno.

È necessario quindi migliorare il livello di competenze individuali e allo stesso tempo improntare una relazione di aiuto che riveli motivazioni, ambizioni, conflitti e incapacità a gestire le proprie frustrazioni.

 

Il counselor ha un obiettivo primario: il potenziamento e lo sviluppo delle risorse dell'individuo,attivando le capacità di ognuno e trasformandole in capacità reali le quali consentono che, il proprio potenziale, possa esprimersi sempre di più in simbiosi con gli altri per realizzare un buon gruppo di lavoro

 

OBIETTIVI DEL COUNSELING

l Aumentare il benessere nei contesti lavorativi

l Far crescere la motivazione al lavoro

l Migliorare la qualità del lavoro in termini di efficacia e di efficienza

l Offrire sostegno in condizioni conflittuali e di disagio

l Ridurre l'assenteismo

l Creare coesione nel gruppo di lavoro

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