Articoli

News

Una life skill: il Coping

di Annica Cerino

Il coping, dall’inglese to cope cioè fronteggiare, rappresenta l’insieme delle risposte e delle strategie emotive, cognitive e comportamentali che le persone utilizzano per rispondere ad eventi stressanti o che comunque creano difficoltà e sofferenza.

 

Il concetto di coping è stato sviluppato dallo psicologo americano Lazarus, in ambito cognitivo, all’interno di studi approfonditi sullo stress.

 

Lazarus dimostrò che le capacità di reagire agli eventi stressanti era individuale, poteva essere migliorata ed incideva in maniera molto importante sullo stato di benessere/malessere degli individui. Tuttavia è necessario tenere presente  che in ogni evento stressante convivono sempre due aspetti: uno maggiormente oggettivo, che ha a che fare con il dimostrarsi dell’evento in sé, l’altro maggiormente soggettivo che è in relazione con la specifica modalità individuale di percepire l’evento stressogeno.

 

Normalmente si è soliti distinguere, per quanto riguarda le strategie di coping, tra le risposte maggiormente focalizzate sulle emozioni oppure sul compito ( problema) e le risposte di tipo attivo o evitante (negazione). Dall’incastro tra queste diverse modalità si ricavano sostanzialmente quattro tipologie prevalenti di fronteggiamento allo stress.

 

Prima di entrare ad esaminare in maniera più precisa queste quattro modalità, è necessario specificare che in ogni evento stressante sono presenti contemporaneamente aspetti legati alla risoluzione più pragmatica del problema insieme alle emozioni che solitamente ne conseguono, quindi un coping efficace ( si badi: non giusto o sbagliato, che sono giudizi di valore) sottintende sempre la seria presa in considerazione di entrambi questi aspetti che rappresentano le due facce, indivisibili, della medesima medaglia.

 

La prima strategia di coping è quella attiva orientata al problema, nella quale la priorità per l’individuo è quello di risolvere una problematica concreta attraverso un’analisi della situazione ed una seguente  progettazione e pianificazione dei comportamenti da attuare rispetto all’evento stesso, di solito anche attraverso una ricerca attiva di supporti esterni ( parenti, amici, professionisti, ecc.); in questo tipo di strategia tendenzialmente l’evento stressante viene vissuto come elemento di sfida.

 

La seconda strategia di coping è quella evitante orientata al problema, nella quale, quando la portata del problema è eccessivamente improba, si cerca di negare l’esistenza stessa dell’evento, continuando a vivere e a comportarsi come se nulla fosse accaduto.

 

La terza strategia di coping è quella attiva orientata all’emozione, nella quale diviene predominante la gestione degli aspetti emotivi legati alla situazione stressante; in questa ottica i passaggi che normalmente vengono effettuati sono: cercare di   attribuire una diversa e maggiormente funzionale interpretazione della situazione, cercare supporto emotivo dalla propria rete relazionale e/o da professionisti ( psicoterapeuta, counselor, ecc.); iniziare un percorso di accettazione consapevole dell’evento ed inserirlo nel proprio processo esistenziale.

 

La quarta strategia di coping è quella evitante orientata all’emozione, che consiste, quando gli aspetti emozionali dell’evento rischiano di essere dirompenti, nel negarsi la possibilità di vivere in profondità l’emozione legata all’evento; un esempio classico può essere quello di una persona che ha subito un lutto e che non si permette di vivere il dolore  e la tristezza conseguenti, ma appare quasi indifferente a tale evento.

 

Naturalmente è possibile che in funzione del tipo di evento che la persona si trova a fronteggiare metta in campo strategie di coping diverse.

Come è abbastanza facile intuire, dato che il counseling, come noto, si occupa di problematiche specifiche e di passaggi esistenziali, che chiaramente presuppongono delle situazioni altamente stressanti, avere chiaro quali strategie di coping una persona utilizza, che efficacia hanno ed in che modo eventualmente aiutarla nel migliorare l’efficacia, è una questione centrale per il counselor e per il processo di counseling in generale.

 

Inoltre, da recenti studi longitudinali, effettuati su persone a rischio di stress cronico e con strategie di coping scarsamente efficaci, è emerso che le caratteristiche di personalità in comune erano: bassa autostima, cattivo contatto con le emozioni e scarsa capacità di esprimerle, paura del cambiamento, difficoltà a chiedere aiuto; da ciò credo si evinca facilmente quanto il counseling, in particolare di stampo umanistico, possa essere il contesto ideale per favorire il miglioramento di tali caratteristiche.

​​ 3661125930 ​​ WhatsApp