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Un corpo d'amore

di Annica Cerino

Quando si parla di Bioenergetica si parla di amore.


La bioenergetica si occupa del modo in cui una persona vive il sentimento d’amore, di come mette in atto la sua ricerca d’amore o del tipo di distanza che crea con esso, di quanto tiene aperto o chiuso il suo cuore al mondo. Il rapporto di un individuo con l’amore e il tipo di relazione che vive con gli altri è determinato dall’espressione del corpo. 


La bioenergetica si occupa del corpo, delle sue tensioni muscolari e blocchi, i quali vanno a ostruire il libero fluire dell’energia vitale, compromettendo la spontanea espressione dei sentimenti.

Nell’arco della vita, a partire dall’infanzia, ogni individuo traccia il suo personale e unico modus operandi nel relazionarsi agli altri, nel dare e ricevere amore in un interscambio nutriente per sé e per chi gli è intorno.


Durante l’infanzia, si ha il primo e più importante imprinting al sentimento dell’amore, ed è l’amore che riceviamo e percepiamo che crea la connessione con la realtà più vicina a noi: il nostro corpo. Il bambino, per naturale tendenza all’autorealizzazione, cerca un equilibrio tra il tipo di amore che riceve e quello di cui avrebbe bisogno, rinunciando, così, a una parte di sé, ovvero ad esprimere e a sentire le proprie emozioni e i propri desideri.


È un equilibrio non privo di dolore, tutt’altro; le frustrazioni che ben presto il bambino vive per conformarsi alle aspettative dell’ambiente familiare portano alla costruzione inconsapevole di difese psicosomatiche. Tali difese hanno il compito di non farci sentire il dolore per il soffocamento delle emozioni e, silenziosamente, si svilupperanno un insieme di sentimenti conflittuali, come l’angoscia, la rabbia, la tristezza, l’eccitazione, che sul piano fisico assumeranno le sembianze di contrazioni, rigidità, tensioni muscolari o collasso, sul piano psicologico diverranno atteggiamenti distorti e lontani dal “vero sé”.


Il vero conflitto è tra l’impulso ad essere se stessi e quella corazza difensiva in cui crediamo sia la nostra vera identità.


In altre parole, il bambino formerà uno o più sistemi difensivi, che a poco a poco tenderanno a stabilizzarsi sia nel comportamento, in particolare negli atteggiamenti relazionali, sia nelle emozioni, tendendo ad evitare quei sentimenti che non sono accettati; egli ha infatti interiorizzato che certi sentimenti non vanno né espressi, né tantomeno sentiti, sia nel corpo, poiché queste difese coinvolgono il contrarsi del sistema muscolo-scheletrico, sia nella modulazione del ritmo respiratorio e nello sviluppo di determinate posture, che nel tempo diventano abituali.


Il corpo, inteso come unità biologica, psichica ed emotiva, appare disunito, frammentato, come se ogni parte di sé si fosse allontanata dall’altra, e ogni frammento racconta la sua storia, di come ha cercato di proteggere la sua sensibilità e la sua vera identità, di come ha cercato l’amore e come ha imparato a falsarne l’espressione pur di sentirsi accettato. E soprattutto racconta di quanto si è allontanato dal suo centro energetico, ovvero l’amore, l’origine di ogni cosa.


Quando i nostri bisogni originari vengono disattesi o non compresi, allora la connessione tra il cuore e il corpo inizia lentamente ad allentarsi, mentre parallelamente si vengono a creare tensioni e blocchi che ci proteggono dal dolore di un mancato appagamento e ci allontanano dal nostro corpo. L’allontanamento dal corpo, in bioenergetica, vuol dire, per declinazione, che ci si allontana dalla spontanea e naturale capacità di sentire e si limita, si inibisce o si distorce la facoltà di espressione.


Con il passare del tempo, questa modalità difensiva diventa cronica. Diventa il nostro modo di essere nel mondo, la nostra personale maschera.

Tutto viene tenuto a distanza con l’obiettivo di proteggerci dalla sofferenza. Ma spesso la protezione è eccessiva, soprattutto, col trascorrere degli anni, le difese si ispessiscono, diventano più resistenti e bloccano il flusso dell’energia dell’amore. L’amore non entra e nemmeno esce. Siamo rigidi, diffidenti con l’altro e mancanti di fiducia in noi stessi: ci forgiamo un nostro mantra interiore, che può essere “io non merito”, “io non valgo”, “io sono speciale”, “nessuno mi capisce”, “io non mi fido” “io amo troppo”, “nessuno mi ama”, “mi vergogno”.


La maschera che indossiamo tutti i giorni nasconde una ferita: quella di non essere stati accettati così come siamo, oppure quella di essere venuti al mondo in ambiente freddo e non accogliente, quella di sentirsi rifiutati, soli, quella di sentirsi non all’altezza, mortificati, quella di non essere visti, quella di sentirsi traditi, quella di aver subito direttamente o indirettamente un’ingiustizia, quella di non essere compresi. La maschera non è solo sul nostro volto, ma si plasma sull’intero corpo, negli atteggiamenti, nello sguardo, nella postura, nella respirazione; i muscoli, cronicamente tesi, irrigidiscono il corpo facendo perdere alla persona spontaneità e grazia.


Quando ci muoviamo con sentimento, il nostro movimento è aggraziato perché è il risultato del flusso energetico che attraversa il corpo. Il sentimento è quindi la chiave della grazia e della spiritualità del corpo. […]. L’amore è espansivo, imprime una forte carica energetica alla superficie del corpo, il quale acquista morbidezza, un’animazione e un colorito che lo rendono gradevole alla vista. L’amore è calore, e l’intensità dell’amore che avvertiamo o esprimiamo è direttamente proporzionale alla dolcezza e all’ardore del corpo: tanto che parliamo della fiamma della passione. L’amore è un’emozione in cui avvertiamo l’impulso alla ricerca del contatto e dell’intimità con la persona amata, pregustandone il piacere.” (Alexander Lowen, La spiritualità del corpo)

Come risvegliare questa energia? Come ritrovare, dunque, l’integrazione dentro di noi, ossia, come riconnettere il cuore con il corpo?


Abbiamo bisogno di scoprire un nuovo modo di percepirci, se si cambia la nostra condizione interiore, il nostro intero mondo si trasforma.

Abbiamo bisogno di riscoprire la nostra innata tendenza ad amare e ad esprimerla con naturalezza attraverso il lavoro corporeo, perché è nella tensione muscolare che resta attiva la ferita.


Per tutto ciò abbiamo bisogno di risvegliare la sensibilità dell’emozione allontanata dalla coscienza, emozione incarnata nel corpo come nello spirito. Il lavoro corporeo e, dunque, il raggiungimento del nostro centro energetico ha bisogno di attenzione, cura e costanza.


Comprenderemo così che più alimentiamo il conflitto, più ci allontaniamo dalla nostra fonte energetica, dal nostro centro, luogo in cui tutto ha origine, il luogo dell’amore.

L’amore è energia, e pertanto potrebbe benissimo essere descritto come il superamento della divisione, quello spazio centrale dove ogni parte trova il suo posto e nessuna viene esclusa, emanando quindi energia completa e aggregante.

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